La creazione d' una organizzazione che potesse provvedere, con mezzi e personale adeguati, al pronto soccorso dei feriti e dei malati, era molto sentita sul finire del secolo scorso, specie fra le masse lavoratrici e dovevano proprio essere degli umili lavoratori a lanciare il primo appello per chiamare a raccolta quanti animati da spirito umanitario ed altruistico, e dare così vita all' Istituzione che oggi onora la nostrà città.
L' occasione si presentò in un pomeriggio della fine di luglio del 1899 sulla Calata delle Grazie. Un operaio mentre lavorava, precipitava da un' impalcatura e riportava gravi lesioni al corpo. Accorrevano i compagni che lo sollevavano e senz' altra perizia che la loro premurosa pietà, lo portavano fuori del porto e quindi lo adagiavano in una vettura pubblica e lo trasportavano all' ospedale di Pammatone. Nella vettura il povero lavoratore rimase in una posizione molto disagiata e nel sollevarlo i compagni non poterono fare a meno di piegarlo su sè stesso. Il disgraziato riportava altre gravi lacerazioni ad un polmone, prodotte dalle costole fratturate. All' ospedale il poveretto cessava di vivere e la notizia del luttuoso epilogo giungeva alla Calata delle Grazie destando viva impressione in tutti i lavoratori che sospendevano il lavoro in segno di lutto. Cessato il lavoro gli operai si abbandonarono a vivaci commenti sulla mancanza di mezzi e di organizzazione nel pronto soccorso degli infortunati.
Nella discussione intervenne l' operaio pittore Del Grande Ersilio il quale esclamava: “Nella mia città a Pisa, ed in altre città della Toscana, il luttuoso epilogo dell' infortunio forse non si sarebbe verificato perchè la pubblica assistenza pisana ha i mezzi ed il personale necessario per trasportare con speciali barelle i feriti od i sofferenti”.
Perchè non s' ha da fare anche da noi? rispondevano gli altri operai. E continuando nella discussione il Del Grande lanciò l' idea di costruire anche a Genova una pubblica assistenza a somiglianza di quelle già in funzione a Pisa, Livorno, La Spezia ed altre città della Toscana. Al Del Grande si associarono subito il fuochista marittimo Narciso Bonino, il barcaiulo Tommaso Peirè, il macchinista dei piloti Attilio Carpina, il veliere Angelo Scotto, l' operaio Giuseppe De Mattei, il giornaliere Pietro Bastreri, il fuochista marittimo dei piloti del Porto Narcisi Costigliola, il chiattaiuolo Ezio Ricciardi ed il parrucchiere Pietro Montaldo, i quali tutti s' impegnarono di fondare a Genova una pubblica assistenza.
Il 23 luglio, dopo altre due riunioni nell' osteria del "Fiorin" fu convocata la prima assemblea. Tale riunione si svolse la sera del 1° agosto 1899 nel Salone della Società di Mutuo Soccorso tra Fuochisti Marittimi Italiani in Via San Bernardo n. 14, in detta assemblea veniva eletto a presidente Vittorio Landini e veniva deliberato che la nuova pubblica assistenza si denominasse CROCE VERDE GENOVESE.
Le cariche sociali risultarono così assegnate: Presidente provvisorio Vittorio Landini, vice presidente Gerolamo Rosasco, consiglieri Ersilio Del Grande, Narciso Costigliola, Egidio Carpina, Adolfo Honichè, Giuseppe De Mattei, Pietro Bastreri, Ezio Ricciardi e Tommaso Peirè. In un primo tempo la Croce Verde si allogava presso la società di Mutuo Soccorso fra sott' ufficiali e soldati pensionati, in vico Vegetti. Successivamente si trasferiva in Via Mascherona, poi in piazza San Bernardo ed infine in Piazza Matteotti.
Il primo servizio di pronto soccorso fu effettuto da una squadra di Militi agli ordini di Cesare Bertocci addetto all' ospedale Galliera, soccorendo un esercente della Via Canneto il lungo che era stato colto da improvvisa paralisi.
Il primo servizio di assistenza, alla presenza dei Reali d' Italia, in grande stile fu organizzato, su richiesta del Presidente del Consorzio del Porto generale Stefano Canzio, in occassione della posa della prima pietra per i nuovi lavori del porto, il generale Canzio ebbe la geniale idea di ricorrere alla Croce Verde perchè il giorno della cerimonia inviasse in Porto tutti i militi per essere schierati sulle calate e sui moli e fossero così pronti ad eventuali soccorsi.
L' opera dei militi della Croce Verde fu encomiata da tutte le autorità ed il generale Canzio indirizzava alla presidenza della Croce Verde una lettera di caldo elogio.
Un vero collaudo della prontezza del personale e dei mezzi di soccorso fu dato in una burrascosa notte del 1° novembre 1905 in Porto, quando un' imbarcazione a vapore dell' incrociatore "Garibaldi" veniva investita nella nebbia da un piroscafo e colava a picco con un centinaio di marinai che vi si trovavano sopra. Al primo allarme alcune squadre di soccorso composte complessivamente di 48 militi, accorrevano in porto e sfidando la furia degli elementi, si adoperavano al salvataggio dei naufraghi.
Per questa grande prova la Croce Verde si ebbe i plausi della cittadinanza delle autorità tutte e del comando della Squadra Navale Italiana. Il Governo decretava alla Croce Verde un primo riconoscimento ufficiale uno speciale diploma di benemerenza nonchè varie medaglie al valore di marina ai Militi che maggiormente si erano distinti nella grave contigenza. Anche il sindaco di Genova decretava alla Croce Verde una medaglia d' oro.
Durante le guerra mondiali del 1915-18 e del 1940-45, la Croce Verde fu all' altezza della gravissima situazione che di giorno in giorno andava peggiorando per il martellare dei bombardamenti aerei. Le squadre di pronto soccorso furono sempre pronte ad accorrere nei punti maggiormente colpiti dalla strage e dalla rovina. Numerosi i feriti raccolti fra le macerie e ben quattro militi pagarono con la vita il loro entusiastico accorrere a salvare gli altri. Una ventina di Militi sono caduti per la guerra e la lotta di liberazione.
La perfetta organizzazione della Croce Verde ha potuto mostrarsi anche altre occasione che tristemente hanno segnato il territorio genovese, ligure e italiano, come:
• lo scoppio avvenuto il 26 ottobre 1961 a bordo della petroliera "Fernmount"
• il disastro di Via Digione nel 1968
• l' alluvione di Genova nel 1970
• l' affondamento della "London Valour" sempre nel 1970
• il terremoto dell' Irpinia nel 1980
Volenterosi, zelanti, disinteressati, incuranti del pericolo, pronti anche al sacrificio supremo, i Militi della Croce Verde Genovese hanno scritto, sia in pace che in guerra, pagine sublimi di eroiche virtù che si inseriscono nella stessa storia della nostra città. L' opera prestata in ogni evento dai Militi della Croce Verde Genovese, merita per quanto essi hanno dato